Non solo un titolo di giornale. Poche righe di cronaca, e il mio… | by Danila Luvito | Oct, 2025

Poche righe di cronaca, e il mio periodo peggiore era già stato raccontato.
In quei mesi ho capito quanto sia difficile accettare la fragilità, soprattutto quando diventi tu stessa una notizia.
Non mi sono mai piaciuti i tatuaggi. Ho sempre pensato che, se mai avessi deciso di farne uno, avrebbe dovuto avere un significato.
Eppure, se guardo la mia vita, non c’è mai stata molta stabilità. Ed è proprio per questo che ho scelto di tatuarmelo, per ricordarmi che devo trovare il mio equilibrio.
Dopo l’incidente, dopo essermi alzata in piedi per la prima volta, mi è stato detto di «ricordarmi come si sta in equilibrio».
In quell’istante mi sono resa conto di non esserlo mai stata.
La parola tatuaggio, in samoano, significa ferita aperta. Per me, invece, rappresenta la cicatrice che ho scelto di imprimere sul mio corpo per ricordarmi che ho superato il mio peggior periodo.
È un modo per dire a me stessa: «sono pronta a ricominciare».
Regressione verso la media. È un’espressione tecnica per dire che le cose si pareggiano, prima o poi, Non importa quanto le cose vadano male o bene prima o poi tornano in parità e trovano l’equilibrio.
Non ho mai visto il mio incidente come un ostacolo o come la fine di qualcosa. L’ho sempre guardando come un punto di inizio, come la nascita di una nuova me.
Mi ha fatto capire l’importanza del tempo. Il bisogno costante di conoscere, di viaggiare, di essere gentile. Perché non puoi mai sapere chi hai davanti e cosa ha dovuto passare.
Ho imparato che il sorriso è il miglior scudo contro il mondo.
Il giornale mi ha definita «grave 19enne». Oggi, invece, mi definisco viva.
Ed è molto più di un titolo.